Beaujolais Nouveau Pierre Ferraud

Le Beaujolais Nouveau est arrivé

Mesdames et Messieurs… il Beaujolais Nouveau è arrivato. 

Con l’arrivo della mezzanotte di oggi, terzo giovedì del mese di novembre, l’Enoteca San Tomaso festeggia il vino novello francese, famoso in tutto il mondo, con una vera etichetta di eccellenza: il beaujolais della Maison Pierre Ferraud et Fils.

L’arrivo sul mercato del Beaujolais Nouveau rappresenta ogni anno in Francia un’occasione di festa e convivialità: il terzo giovedì del mese di novembre – data in cui finisce il processo di vinificazione e viene autorizzata la vendita – in tutta la Francia ci si ritrova nelle case e per le strade a festeggiare, dall’alba a tarda notte, al grido di “Le Beaujolais Nouveau est arrivé!” (“Il Beaujolais novello è arrivato!”).

La festa del Beaujolais Nouveau è una tradizione che risale al 1951, anno in cui un decreto del governo francese vietò la vendita di vini AOC (Appellation d’origine contrôlée) fino al 15 dicembre dell’anno del raccolto. I produttori della regione del Beaujolais si ribellarono, chiedendo la possibilità di vendere i loro vini “en primeur”, ovvero prima della data stabilita. Il 13 novembre 1951 una nota ufficiale ne ripristinò la commercializzazione, a condizione di aggiungere la menzione “nuovo”. Nasce così il “Beaujolais Nouveau”.

È un vino novello rosso, basato sul vitigno Gamay, prodotto nel Beaujolais (area AOC, cioè analoga all’italiana DOC), nei pressi di Lione. Il Beaujoulais più conosciuto, e di gran lunga il più bevuto, è il Nouveau (o primeur).

Il processo di produzione (macerazione carbonica) è stato scoperto quasi casualmente negli anni ’30, in seguito ad esperimenti, fatti alla ricerca di un metodo di conservazione dell’uva in contenitori saturi di anidride carbonica, che hanno portato all’inaspettato risultato di ottenere un mosto particolare.

Il Beaujolais Nouveau di Pierre Ferraud presenta un colore violaceo vivace, un profumo splendidamente fruttato, simile alle irresistibili caramelle gelèe . In bocca risulta estremamente piacevole, morbido e di grandissima beva.

Il tempo è perfetto! Delle ottime castagne e un bel bicchiere di Beaujolais Nouveau di Pierre Ferraud per una splendida serata conviviale tra amici.

Copertina articolo Supertuscan

Supertuscan

COSA SONO, COME NASCONO E PERCHÉ SI CHIAMANO COSÌ I GRANDI VINI TOSCANI


Modaioli, apprezzati dalla critica e dai grandi collezionisti di tutto il mondo, i Supertuscan si sono imposti ormai da anni come esempi di raffinatezza italiana al pari di Gucci, Ferragamo e Prada.

Ma cosa sono realmente i Supetuscan. Come nascono e soprattutto perché questi vini sono diventati così famosi?

Si può dire che i “Superman” del vino toscano nascono, come spesso accade, per volontà dell’ennesimo genio ribelle che, stanco di regole, disciplinari e omologazioni, decide di rompere le barricate della DOC realizzando un vino che rispecchi il classico taglio bordolese con l’utilizzo del Merlot, del Cabernet Sauvignon e del Cabernet Franc.


Negli anni ‘40 il marchese Mario Incisa della Rocchetta ebbe l’idea di creare un “#Bordeaux di #Toscana”, con l’aiuto dell’enologo Giacomo #Tachis, in cui fare a meno del #Sangiovese, vitigno regionale per antonomasia, e sfruttare invece le caratteristiche del territorio con uve non autoctone.
Nacque così il #Sassicaia che all’inizio, diversamente dalle aspettative, fu massacrato da critici e pubblico. Nei primi vent’anni di produzione la storia non cambiò molto. La vera svolta arrivò nel 1967 con la partecipazione ad una gara di degustazione cieca a Parigi in cui stravinse come miglior vino rosso del mondo. Da quel momento in poi tutti impazzirono per il Sassicaia e si scatenò la caccia alla bottiglia.


Da quel momento la Toscana, in particolare la zona di Bolgheri, divenne quindi un vero e proprio laboratorio ‘alchemico’, in molti rimanevano dubbiosi, ma si iniziò a fare prove e mix di vari blend.


Dopo il Sassicaia, fu la volta del #Tignanello (1970) ideato dal Marchese Antinori sempre in collaborazione con l’enologo Tachis. Formalmente era un semplice ‘vino da tavola’, con Sangiovese all’85% e il restante di Cabernet Sauvignon, ma questo vino divenne rivoluzionario per il concetto che c’era alla base, ovvero quello di creare vini da invecchiamento, nobili quanto i bordolesi ma con un’anima quasi interamente Sangiovese.
Per completare il quadro dei ‘grandi’, nel 1985 nasce l’#Ornellaia e subito l’anno dopo il #Masseto.


L’origine del termine viene attribuita al critico enologo americano Robert #Parker, uno dei primi a riconoscere la grande qualità di questi pregiati rossi italiani. Oggi sono diversi i vini che rientrano in questa categoria come – solo per citarne alcuni – #Fontalloro, #Flaccianello, #Grattamacco, il #Bruciato, ecc. Tutti vini dal gusto corposo e con una longevità e una struttura particolarmente importanti.


Alla fine di tutto questo straordinario percorso, quello che rimane, oltre ai grandi vini citati, è la caratterizzazione di un intero territorio, #Bolgheri, diventato in tutto il mondo sinonimo di vini di grande qualità, eleganza e maestria.

Le guide dell'enoteca San Tomaso | Conoscere il vino

GUIDA | Valutare il vino da vero sommelier

Esclusiva. La guida per degustare il vino come un esperto

• Se hai vera passione per il vino
• Se vuoi veramente conoscere questo mondo
• Se sei realmente un winelover…
non puoi semplicemente deglutire del vino ma devi assolutamente saperlo degustare.


E per farlo ci sono delle ‘regole’ ben precise. Scoprile tutte nella nostra GUIDA ALLA DEGUSTAZIONE DEL VINO.

Per ricevere l’ebook gratuitamente ti basta effettuare l’iscrizione alla nostra newsletter.